nel cuore della campagna

oggi sono stata in visita al quartier generale nazionale di Obama, il cuore pulsante di tutta la campagna-
purtroppo non si possono fare foto all’interno, quindi posso solo raccontare ciò che ho visto.

all’entrata c’era un conto alla rovescia alla chiusura delle urne. ansia.
mia cugina mi presenta tutte le persone con cui lavora ormai da mesi, tutti i giorni.
molti sono volontari, come lei.
la centralinista è su una sedia a rotelle. risponde al telefono mentre parliamo, come fosse un’intercalare. “thanks for calling obama for america can I help you?”. e tra una telefonata e l’altra mi racconta che sabato simulerà una risalita in bici fino a alla cima della sears tower per raccogliere fondi per il centro di riabilitazione dove si è curata. roba da niente insomma.

entriamo nel corridoio che dà sugli uffici, ognuno dei quali porta il nome di uno stato. in ogni stanza almeno tre o quattro persone intente a fare chissà cosa, facce completamente diverse, esperienze e professionalità che convergono misteriosamente e meticolosamente verso gli stessi obiettivi. c’è un angolino con gli analisti, un tavolo per quelli che si occupano del budget, un paio invece sono di LGBT FOR OBAMA. non esistono porte chiuse, è un immenso open space, una specie di stream of consciousness collettivo. c’è un continuo andirivieni di persone ma quel che è più impressionante è quanti giovani ci sono. con le facce da creativi. in effetti pochi passi e mi ritrovo nel reparto design e social media. pelle d’oca. sono questi, i geni. ragazzini. surfano con le dita sul touchpad, masticano insieme software e porcherie. le nuove divinità sono queste, divi della suite di adobe.

i locali sono straordinariamente colorati, alle pareti c’è appesa qualunque cosa. cartelloni con messaggi propiaziatori, bandiere del college, fotografie delle visite di michelle e barack, le date di compleanno di molti dei volontari. dolcetti come piovesse. qualche poster esilarante, come quello in cui al posto del viso di obama, con i consueti colori rosso e blu c’è il muso di un cane pechinese. o quello che attorno al simbolo della campagna vede una fattoria stilizzata, e recita “rural iowans for obama”, che vai via col dubbio se sia uno scherzo o meno.

ci spostiamo verso la zona delle telefonate. centinaia di persone. intente a chiamare le più svariate località della nazione nella speranza di trovare un elettore ancora indeciso da convincere. una macchina organizzativa straordinaria, in cui niente è lasciato al caso. quattro anni fa ci davano il testo preciso, nemmeno la conversazione telefonica è lasciata al caso, puoi seguire la traccia.

io mi guardo in giro affascinata, sogno campagne così anche per noi. magari meno dispendiose, ecco, ma che vedano la gente comune impegnata in prima linea, fare turni tutti i giorni perché crede in un progetto. chissà…

ora vado a letto, compiaciuta che questa prima giornata a chicago si sia conclusa con cinque episodi filati della signora in giallo.

6 thoughts on “nel cuore della campagna

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